Il risarcimento diretto

Il risarcimento diretto

Pochi settori come quello assicurativo possono vantare (o forse sarebbe meglio dire lamentare...), un numero così elevato di interventi normativi. Segno evidente di un diffuso malessere del sistema, ma anche di una generale insoddisfazione di tutti, dai clienti alle compagnie. La pioggia di leggi si può far iniziare, nel 2001, con la norma che stabiliva le tempistiche precise per pagare i sinistri, per poi arrivare al 2005, con l’introduzione della procedura di risarcimento diretto, (D. Lgs. 7 settembre 2005, n. 209 del Codice delle Assicurazioni Private) e con successivo regolamento attuativo (emanato con D.P.R. 18 luglio 2006, n. 254) che ha previsto la stipula tra le compagnie di assicurazione di una convenzione ai fini della regolazione dei rapporti organizzativi ed economici per la gestione del risarcimento diretto. Una disposizione accettata da tutte le imprese di assicurazione e ben vista dagli analisti perché considerata unanimemente un grosso passo avanti. Il nuovo sistema di risarcimenti è stato lanciato così a partire dal primo febbraio 2007 e in pratica prevedeva che i danni derivati dal sinistro fossero risarciti non dalla compagnia assicuratrice del soggetto responsabile del sinistro ma dalla stessa compagnia del danneggiato. Ma non è l’unica novità: è anche previsto che per ogni danno liquidato la compagnia poi riceva non l’importo effettivamente pagato per conto della debitrice, bensì una somma determinata forfettariamente sulla base del costo medio dei sinistri rilevato nell’annualità assicurativa precedente. Questo per velocizzare il tutto generando poi una molteplicità di rapporti di dare/avere incrociati che vengono regolati mediante compensazione.

Questa nuova procedura, però, non si applica indistintamente per tutti i risarcimenti, nascono così quelli pagati subito (vengono battezzati sinistri CARD), e quelli che seguono la normale procedura di pagamento (sinistri NO CARD). Tanto per semplificare, la procedura CARD si applica ai danni derivanti dai sinistri occorsi tra non più di due veicoli, per il risarcimento dei danni ai veicoli, dei danni fisici al conducente non responsabile non superiori a 9 punti di invalidità permanente e dei danni fisici ai terzi trasportati sul veicolo non responsabile. La procedura ordinaria, invece, si applica nei casi di sinistro tra più di due veicoli assicurati, ovvero tra un veicolo assicurato e uno o più veicoli non assicurati, per il risarcimento dei danni fisici ai passanti, dei danni fisici al conducente non responsabile con oltre 9 punti di invalidità permanente e dei danni fisici ai trasportati a bordo del veicolo del proprio assicurato responsabile del sinistro.

In realtà non tutto è andato per il verso giusto e non sempre il meccanismo è riuscito a garantire quel maggior controllo da parte dei consumatori sul servizio di liquidazione che si sperava. Così di fatto è mancata quella maggiore pressione competitiva sulle compagnie che avrebbero dovuto essere indotte a ridurre i premi e migliorare la qualità dei servizi prestati. «Il sistema – ha spiegato l’allora presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà durante un’audizione in Senato – in teoria, avrebbe dovuto indurre le compagnie ad un maggior controllo sui costi dei sinistri, diversamente da quanto accadeva nel vecchio regime. Con questa procedura effetti positivi si sarebbero potuti avere in via mediata anche sull’andamento dei premi. Ma le prime elaborazioni dei dati raccolti mostrano un quadro non corrispondente alle aspettative, se si eccettua l’aspetto della riduzione dei tempi di liquidazione dei sinistri, effetto sicuramente positivo del nuovo regime. Risulta, infatti, che il numero complessivo dei sinistri definitivamente liquidati nell’anno di accadimento è passato dal 66 per cento del 2007 a circa il 70 per cento del 2010. Il miglioramento della complessiva velocità di liquidazione è determinato dalle positive performance della liquidazione dei sinistri CARD, mentre l’area dei sinistri NO CARD, caratterizzata dal fatto che riguarda i sinistri tra più di due veicoli e quelli con lesioni alla persona di maggior gravità, mostra, nello stesso periodo, una tendenza all’espansione dei tempi di definizione».

Vincenzo Borgomeo, "Il libro nero della RcAuto"