E la distrazione può essere letale anche a bassa velocità e per comportamenti che non ci sembrano pericolosi: «Un genitore che si volta verso i bambini seduti nel sedile posteriore – aggiunge Guidoni – distoglie lo sguardo dalla strada per 2 secondi. In caso di pericolo questo porterà a frenare oltre 20 metri dopo anche procedendo a soli 40km/h».
Dai dati della ricerca emerge che tra gli italiani intervistati che avevano avuto un incidente, il 51 per cento ha ammesso di averlo avuto a causa della distrazione. Tra le attività più pericolose alla guida gli italiani indicano l’utilizzo del PC (90 per cento), mangiare o bere (82 per cento), fumare (60 per cento), ma anche parlare con il cellulare (50 per cento), digitare un Sms (76 per cento ) o comporre un numero telefonico (45 per cento). Nonostante ciò, circa la metà degli intervistati mentre guida parla normalmente con altre persone, un terzo cambia le stazioni della radio, un quarto telefona con il vivavoce e un quinto circa utilizza il navigatore satellitare...
«Come sostengono ricerche scientifiche, il nostro cervello non è fatto per il multi-tasking – aggiunge Guidoni – scrivere un’email, rispondere al telefono, ascoltare musica nello stesso momento crea un deficit di concentrazione e un abbassamento dei livelli di attenzione, tutti potenziali fattori di rischio se si è al volante di un’auto.. Vogliamo sottolineare che al volante ci sono delle regole da rispettare, che riguardano anche l’uso del telefonino. Chi guida e telefona senza auricolare o vivavoce, se fermato, incorrere nelle sanzioni previste dalla normativa vigente. Purtroppo, ultimamente, questo avviene sempre meno».
Vincenzo Borgomeo, "Il libro nero della RcAuto"