Il provvedimento antifrode

Colpo di scena nella lotta alle frodi assicurative: il 30 giugno del 2011 è stato approvata alla Camera l’istituzione di un sistema di prevenzione delle frodi nel settore assicurativo. Una proposta di legge antifrodi assicurative lanciata dalla commissione finanze della Camera con un maxiemendamento presentato dal relatore, Francesco Barbato che ha raccolto indicazioni e proposte da tutti i gruppi.

Il provvedimento antifrode

In pratica con questo atto legislativo dovrebbe venire istituita presso l’ISVAP, l’Istituto per la Vigilanza sulle assicurazioni private, un gruppo di lavoro con il compito preciso di prevenire le frodi. Sarebbe poi prevista la possibilità per la società assicurativa di ispezionare il veicolo prima di assicurarlo: in questo caso dovrebbe essere prevista una riduzione rispetto alle tariffe stabilite. Analogo strumento è la dematerializzazione dei contrassegni che verrebbero sostituiti con sistemi elettronici o telematici, direttamente collegati con le banche dati dell’archivio informatico. L’assicuratore avrà la possibilità di non formulare l’offerta di risarcimento nel caso vi siano elementi che prefigurano una frode: è prevista l’istituzione di un elenco dei veicoli a motore non assicurati. Infine è previsto un sistema annuale di monitoraggio finanziario dei benefici derivanti dall’applicazione del testo unico. Troppo bello per essere vero? Vedremo.

Stefano Saglia, sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, ha spiegato che «si tratta di un testo coordinato di norme che non ha oneri a carico del bilancio statale. Vogliamo ridurre i premi per i cittadini che pagano onestamente a discapito di chi falsifica il certificato di assicurazione o la dinamica dei sinistri». Ma come funziona, nel dettaglio, il provvedimento (testo unificato C. 2699-ter) che prevede che gli effetti delle misure in esso contenute siano correlati direttamente al contenimento dei premi assicurativi?

In pratica servirebbero una sorta di 007 istruiti e addestrati a stanare i simulatori di incidenti. Questi 007 dovrebbero lavorare presso l’ISVAP e contare sulla collaborazione di tutte le forze dell’ordine incrociando con queste ultime le informazioni a disposizione. In particolare la nuova struttura scambierà informazioni on line con l’INAIL, l’istituto pubblico che si occupa degli infortuni sul lavoro, proprio per verificare la natura “automobilistica” dei danni alle persone per le quali si richiede un risarcimento.

Non solo: quando una compagnia rilevasse dalla banca dati che il sinistro per il quale si richiede il risarcimento presenta parametri “fuori linea” potrà decidere di congelare il rimborso per fare ulteriori accertamenti. Entro 30 giorni potrà inoltre scegliere di non formulare un’offerta di risarcimento nei casi in cui presenti querela nei casi in cui è prevista. Anche questo punto, che in una precedente versione prevedeva l’obbligo di denuncia, è stato riformulato su parere del Ministero di Grazie e Giustizia.

I truffatori colti con le mani nel sacco verranno querelati dalla compagnia assicuratrice “vittima” del finto incidente, la quale sarà tenuta ad avvertire con raccomandata il titolare fedifrago della polizza. E non è tutto perché la nuova normativa prevede anche un incremento delle pene che passano da un minimo di 1 anno ad un massimo di 5 (attualmente sono da 6 mesi a 4 anni). Rischieranno naturalmente grosso anche i periti che si presteranno a certificare danni inesistenti oppure tenteranno di maggiorarli.

La proposta di legge intende colpire anche un’altra piaga tutta italiana, quella dei contrassegni assicurativi contraffatti. Verranno sostituiti da sistemi elettronici e telematici in grado di essere rilevati a distanza anche dai caselli autostradali e dai varchi dei centri storici. Inoltre, verrà redatto un elenco di tutte i mezzi immatricolati che non risultano muniti di assicurazione. Resterà in piedi il diritto dei proprietari a non assicurare l’automobile se resta ferma in garage o in un’area privata; perché sulla strada pubblica l’assicurazione rimane obbligatoria anche se il mezzo è fermo.

Quando poi la mancanza di copertura assicurativa verrà rilevata a distanza, le sanzioni verranno recapitate a domicilio, perché le forze dell’ordine non avranno l’obbligo della contestazione immediata.

Non solo: accanto a tutto questo, presso il Ministero dei Trasporti è prevista anche l’istituzione di un elenco delle auto che risultano prive di assicurazione, stimate oggi in 3,5 milioni. Lo stesso Ministero invierà poi lettere ai proprietari informandoli delle conseguenze di una eventuale circolazione senza copertura assicurativa. Ogni anno è prevista una raccolta di informazioni generalizzata del settore: le compagnie dovranno mandare relazioni all’ISVAP; l’istituto a sua volta, sulla base della relazione, predisporrà una relazione alle Camere sull’attività svolta dal gruppo di lavoro. Le compagnie dovranno infine specificare nei bilanci le riduzioni per gli oneri da sinistri derivanti dalla lotta alle frodi. Gli oneri del provvedimento, quantificati in 2,3 milioni annui dal 2012, saranno coperti da un incremento del contributo di vigilanza a carico delle compagnie di assicurazione che non potranno rivalersi sui premi.

«Questa – ha sottolineato Barbato – è la risposta più efficace alle polemiche di Cerchiai che parlava di Parlamento che dormiva sull’antifrodi. La risposta mia e della commissione è nell’aver completato una normativa ricca di contenuti molto tecnici ed efficaci che contribuiranno alla riduzione delle tariffe». Ora, rileva il relatore, l’obiettivo è ottenere la sede legislativa per poter approvare il testo in tempi brevissimi, e poterlo poi inviare al Senato. Come dicevamo, “vedremo”: fino ad oggi tutte queste belle intenzioni sono rimaste lettera morta... Non va dimenticato infatti che manca in ogni caso che manca un gruppo di lavoro che lavora a tempo pieno su questo fronte, che faccia indagini, che abbia accesso a vaste banche dati. Insomma un team che possa davvero incidere sul mondo delle investigazioni.

Vincenzo Borgomeo, "Il libro nero della RcAuto"