La gestione dei sinistri nel ramo danni

Come visto in precedenza, l’elemento di incertezza per le imprese assicurative non è rappresentato dai ricavi, ma dai costi, principalmente derivanti dal rimborso dei danni cagionati dai sinistri. Il costo dei sinistri rappresenta quindi la maggior voce di costo nel bilancio di un’assicurazione. Questi costi sono incerti poiché in sede di determinazione della tariffa non sono ancora conosciuti: essi sono quindi caratterizzati da una forte componente probabilistica ed esogena.

Assicurazione sulla vita


La compagnia assicurativa deve cercare di ottimizzare l’efficienza della propria struttura dei costi, attraverso azioni che incidano sulle variabili principali, ossia il numero dei sinistri denunciati, l’entità dei risarcimenti, la velocità e il costo della liquidazione, i tempi e l’ampiezza del contenzioso ecc…

La gestione dei sinistri si articola in diverse fasi:
  • l’accadimento del sinistro, cioè la fase in cui si verifica l’evento rischioso oggetto della copertura assicurativa. In questa fase il sinistro non è ancora “entrato” in azienda, ma la compagnia deve preventivamente accantonare delle risorse in un apposito fondo chiamato IBNR (fondo dei sinistri incurred but not reported) in modo da associare il costo al periodo di competenza. Questo fondo fa fronte ai sinistri accaduti nell’esercizio, ma non ancora denunciati all’impresa assicurativa. L’esercizio in cui si verifica il sinistro è l’esercizio a cui è imputata la competenza dello stesso;
  • la denuncia del sinistro, che è la fase in cui la compagnia di assicurazione viene a conoscenza del sinistro e ne prende in carico la gestione;
  • la valutazione del sinistro, ossia la fase in cui si procede all’accertamento dell’entità del danno cagionato dal sinistro. La perizia deve quantificare il danno risarcibile, il quale si distingue in danno materiale, riferito alle cose, e danno fisico, afferente alla persona. Riguardo al danno fisico, si distingue a sua volta in:
    • danno fisico da inabilità temporanea, se comporta una diminuzione della capacità fisica limitata al tempo di guarigione;
    • danno fisico da invalidità permanente, se comporta una diminuzione della capacità fisica permanente.
    Inoltre il danno alla persona può essere di tipo patrimoniale, se inteso come riduzione della capacità di produrre reddito (danno da mancato reddito), o di tipo biologico (o danno alla salute) se ha effetti sull’integrità psico – fisica del danneggiato. I danni alla persona sono una fonte di aleatorietà nel processo di valutazione, in quanto la loro quantificazione richiede maggior tempo.
  • la liquidazione dell’indennizzo, la quale è la fase conclusiva del processo gestionale in cui la compagnia provvede al risarcimento del danno subito. La liquidazione può essere a favore del cliente stesso se si tratta di assicurazioni come incendio, furto, malattia oppure a favore di un terzo nel caso si tratti di un’assicurazione per RC.

    Per evitare comportamenti di moral hazard e per ridurre i tempi e i costi dei contenziosi, soprattutto nel RCA, è stato introdotto nel 1978 il CID (convenzione indennizzo diretto).

La durata del processo di gestione dei sinistri è molto variabile; l’arco temporale che intercorre tra il momento della denuncia del sinistro e il momento della sua liquidazione dipende da due fattori:
  • le caratteristiche specifiche del sinistro. Ad esempio i danni fisici richiedono maggior tempo per essere quantificati;
  • l’efficienza della rete liquidativa dell’impresa assicurativa.

Così come avviene per i premi, anche il costo dei sinistri deve essere imputato nell’esercizio secondo il principio di competenza. Questo vuol dire che il sinistro viene imputato nell’esercizio in cui esso si verifica, a prescindere dal momento in cui avverrà il pagamento. I costi già sostenuti per la liquidazione dei sinistri di competenza dell’esercizio vengono iscritti tra i costi dell’attività assicurativa, mentre i sinistri che non vengono liquidati nell’esercizio in cui essi si manifestano devono essere coperti dagli accantonamenti in un apposito fondo detto fondo sinistri. Il fondo sinistri raccoglie quindi le risorse per far fronte al costo futuro da sostenere per il risarcimento dei danni da sinistri manifestatisi nell’esercizio di competenza.

I sinistri di competenza (Sc) sono pari ai sinistri pagati e contabilizzati nell’anno (Sp), maggiorati della variazione della riserva premi rispetto all’anno precedente (ΔRSn = RSn - RSn-1), ossia:

Scn = Spn + RSn - RSn-1 = Spn + ΔRSn

Fino al 1998, l’accantonamento a fondo sinistri era pari al costo futuro dei sinistri attualizzato al tasso che la compagnia pensava di poter investire la riserva premi. Dal 1998 vi è l’obbligo, sempre a tutela dei clienti, di accantonare una quota pari al “costo ultimo” del sinistro.

Secondo la normativa vigente, la riserva sinistri deve essere composta da:
  • una riserva per i risarcimenti e le spese dirette;
  • una riserva per le spese di liquidazione, sia interne sia esterne;
  • una riserva per i sinistri IBNR non ancora denunciati.

La riserva sinistri viene quantificata attraverso un processo di varie fasi, che utilizzano congiuntamente due metodologie:
  • il metodo dell’inventario, che consiste nel valutare ciascun sinistro secondo il costo ultimo, costituito dagli oneri prevedibili dei sinistri;
  • il metodo del costo medio, che consiste nel calcolo del costo medio per gruppi di sinistri sufficientemente omogenei e ampi.

Questo processo di quantificazione misto si suddivide quindi in:
  • una prima fase, affidata alle strutture liquidative, in cui i liquidatori analizzano ogni sinistro aperto alla data di valutazione ed effettuano una stima dei costi necessari a liquidare ciascun sinistro, in funzione dell’entità del danno risarcibile e del momento in cui avverrà la liquidazione. In questa fase la riserva sinistri è costituita dai costi ultimi stimati per ciascun sinistro;
  • una seconda fase, affidata alle strutture direzionali, che corregge la stima effettuata dalle strutture liquidative sulla base di metodi statistici che prendono in considerazione i comportamenti tenuti dall’impresa in passato e osservazioni storiche. In questa fase la riserva premi non è più costituita dalla somma dei costi di ciascun sinistro, ma come somma di riserve relative ad aggregazioni di sinistro chiamate generazioni. Le generazioni possono aggregare i sinistri per data di denuncia o di accadimento e vengono stimati secondo diverse tecniche:
    • metodo Fisher – Lange, il quale stima la riserva utilizzando previsioni su determinate variabili come il costo medio, il numero di sinistri , la velocità di liquidazione ecc…
    • Loss Development Methods, i quali proiettano nel futuro gli importi dei sinistri pagati delle generazioni passate. Queste tecniche suddividono i sinistri in sinistri accaduti nell’esercizio in corso (sinistri della generazione corrente) e sinistri accaduti negli esercizi precedenti (sinistri della generazione ex). I sinistri della generazione corrente vengono poi divisi in sinistri chiusi (già liquidati oppure chiusi senza seguito) e sinistri aperti, che non sono ancora stati pagati o pagati solo parzialmente. Il costo futuro dei sinistri aperti viene accantonato in riserva sinistri. Nell’esercizio successivo i sinistri riservati, cioè i sinistri ex, possono:
      • essere chiusi, per cui è necessario dedurre il loro ammontare dalla riserva;
      • rimanere a riserva, per cui si rende necessario una rivalutazione dell’importo accantonato che tenga conto della crescita dei costi ad essi associati.
      La compagnia deve poi verificare la congruità delle somme messe a riserva con l’effettivo costo sostenuto per la chiusura dei sinistri.

La correttezza della stima degli accantonamenti della riserva sinistri è fondamentale, in quanto da essa dipende la capacità futura della compagnia di far fronte ai propri impegni nei confronti degli assicurati. Tuttavia i costi divengono certi solo al momento in cui questi vengono sostenuti, cioè quando i sinistri vengono pagati. Il processo di controllo delle riserve sinistri deve prevedere:
  • l’analisi dello smontamento delle riserve (run off), che verifica se dal confronto tra la riserva accantonata a fronte dei sinistri pagati, cioè la riserva caduta, e l’importo effettivamente pagato emerge la sufficienza / insufficienza della riserva;
  • la stima del tasso di rivalutazione del costo dei sinistri riservati. La compagnia è tenuta ad effettuare una stima prospettiva dello scenario economico, dell’andamento dell’inflazione e dei costi connessi alla gestione assicurativa, del comportamento degli assicurati e di tutte le variabili che possono causare un aumento dei costi di liquidazione.