La ricerca ha preso in esame un campione significativo di tutti i dati finora raccolti dal sistema eco: Drive, l’applicazione gratuita di FIAT disponibile sul sito www.fiat.com/ecoDrive che consente all’utente di raccogliere i propri dati di guida attraverso la porta usb del sistema Blue&Me montato in vettura.
Scaricato 140.000 volte e utilizzato regolarmente da oltre 50.000 automobilisti, il software ha inviato i dati di circa 10 milioni di percorsi al server FIAT che li ha processati per misurare l’efficienza di guida sulla base di quattro parametri: accelerazione, decelerazione, cambio marcia e velocità. I punteggi ricevuti in ognuna di queste quattro aree definiscono il cosidetto “eco Index”, un indice che riassume la qualità di guida con un punteggio da 1 a 100. Successivamente gli automobilisti ricevono dei consigli personalizzati su come migliorare le proprie prestazioni in ogni area e, di conseguenza, il proprio “eco Index”. Certo, gran parte del lavoro qui è finalizzato alla ricerca delle migliori prestazioni possibili in tema di risparmio energetico e di emissioni di C02, ma emergono anche dati molto importanti ai fini della sicurezza visto che poi per redigere il White Paper eco:Driver è stato selezionato un campione rappresentativo di oltre 400 mila tragitti tra i 10 milioni di viaggi raccolti, effettuati da più di 5.000 conducenti, nei 5 principali Paesi europei (Italia, Francia, Spagna, Germania e Inghilterra).
L’elaborazione ha messo a confronto in tal modo le prestazioni del conducente quando inizia a usare questo sistema con le prestazioni medie al termine di 30 giorni (il periodo di tempo necessario per ottimizzare il nuovo stile di guida). I punteggi ottenuti dai guidatori sulla base dei quattro indicatori del sistema danno vita a un “eco Index” di sintesi: 31 per cento per cambi marcia corretti, 29 per cento per l’accelerazione uniforme, 25 per cento per la decelerazione graduale della vettura e 15 per cento per la velocità media costante. Insomma, attraverso questo strumento, si spingono gli automobilisti a diventare conducenti migliori, con un effetto visibile anche sui viaggi che compiono abitualmente.
«Per esempio», spiegano gli ingegneri FIAT, «sempre nel periodo di 30 giorni, la distanza media (10 km) percorsa dai clienti è rimasta invariata mentre sono cambiati: il tempo necessario a percorrerla (-3,3 per cento), un leggero aumento della velocità media (+ 2,4 per cento) e, soprattutto, un drastico calo del tempo perso negli stop&go (-13 per cento, ad esempio, decelerando in anticipo quando il semaforo è rosso in modo da intercettare le “green wave”). Dunque, grazie a eco:Drive i guidatori consumano meno e arrivano prima».
Non solo: la ricerca FIAT ha messo in risalto che in ciascuno dei cinque Paesi presi in esame si è registrata una “cultura di guida” specifica: per esempio, gli inglesi e i tedeschi guidano in modo più regolare e scorrevole di italiani e spagnoli, mentre gli automobilisti francesi hanno migliorato le proprie performance prima e meglio degli altri. Ma è altrettanto vero che tutti gli ecodriver europei hanno effettivamente ottenuto grandi risultati e, soprattutto, che in tutta Europa il miglioramento raggiunto persiste nel tempo. Un dato molto importante se si considera che oltre il 50 per cento degli utenti eco:Drive ha meno di 35 anni: insomma, si può parlare davvero di una nuova generazione di automobilisti.
Vincenzo Borgomeo, "Il libro nero della RcAuto"