«È da apprezzarsi come scelta politica – spiega il massimo dirigente del settore – ma il progetto non centra l’obiettivo di istituire un’Agenzia pubblica per il contrasto alle frodi assicurative che hanno un impatto rilevante sull’elevata frequenza dei sinistri soprattutto in alcune aree del Paese».
Per Garonna insomma «l’articolato non istituisce un vero organismo antifrode, del tipo di quelli operanti nei Paesi più avanzati, ma semplicemente un gruppo di lavoro a composizione prevalentemente amministrativa e addirittura con incarichi a tempo determinato, che dovrebbe presiedere, senza alcuna struttura dedicata e qualificata, ad una serie di attività complesse. Inoltre, la proposta presentata trascura la fase di stipulazione dei contratti, che al contrario presenta propri profili di possibili frodi e che in molti casi costituisce già attività preparatoria della frode relativa alla fase del risarcimento del danno. Per dare concreto impulso all’attività antifrode – ha aggiunto Garonna – occorre istituire un organismo di prevenzione dotato di autonomia gestionale e patrimoniale e soprattutto costituito da una vera e propria struttura operativa composta da personale specializzato nelle investigazioni, proveniente per esempio dalle Forze di polizia».
Il nucleo centrale del sistema delineato dal ddl, ha evidenziato, «risulta invece consistere nella sola interconnessione di una serie di banche dati esistenti per l’estrazione di parametri di significativo rischio di frode e prevede solo una blanda forma di collaborazione tra il citato gruppo di lavoro e le imprese di assicurazione, collaborazione che si riduce a sporadici scambi di informazioni». Secondo Garonna, «si è in presenza quindi di un apparato meramente amministrativo, privo di quei concreti poteri investigativi e di quelle risorse di personale specializzato indispensabili per un sistema efficace».
«Crediamo che il testo del disegno di legge – ha concluso – debba essere opportunamente emendato e chiediamo sin d’ora l’opportunità di essere ascoltati dal Senato quando la proposta passerà al suo esame».
Vincenzo Borgomeo, "Il libro nero della RcAuto"