I giovani italiani, fatalisti in auto

Nonostante in Italia ogni due giorni muoia un guidatore al di sotto dei 30 anni, spesso i ragazzi sottoscrivono polizze base perché ritengono altamente improbabile incorrere in un incidente stradale. Questa l’incedibile scoperta di una ricerca promossa dalla compagnia online Quixa e condotta da MPS – Marketing Problem Solving – secondo la quale i giovani addossano le responsabilità in caso di incidente stradale tutte alla sfortuna, all’incapacità degli altri, mai al comportamento del conducente. Con l’aggravante che ogni volta che un guidatore inesperto sopravvive a una grave imprudenza si rafforza in lui il convincimento di essere immune dai rischi di incidente stradale. Insomma un pericoloso atteggiamento fatalista emerge con prepotenza dalla ricerca “Stetoscopio – Il sentire degli assicurati italiani”.



Una ricerca approfondita che non mette in risalto solo i fatalisti ma che individua quattro diversi profili di guidatore – i fatalisti, gli agguerriti, i disarmati e i sereni – con differenti tipologie di comportamento messe in atto in caso di incidente stradale.

Quello che pensano i fatalisti lo sappiamo, ma gli agguerriti? «Si tratta – spiega la ricerca – per lo più di uomini adulti che, temendo di non veder rispettati i propri diritti in caso di incidente, mettono in atto tutte le misure preventive e reattive adatte a fronteggiare la situazione. Sono soliti sottoscrivere polizze con garanzie aggiuntive come la tutela legale, la responsabilità civile dei trasportati, la mini-kasco e il bonus protetto. Memorizzano la targa dell’altro veicolo, fotografano le auto incidentate e chiamano i vigili se coinvolti in un incidente; nelle settimane successive presidiano l’andamento della pratica, fino alla chiusura della stessa».

I disarmati sono, invece, in prevalenza donne, che vivono il sinistro con istintiva preoccupazione per la propria incolumità e quella delle persone coinvolte, senza però mettere in campo strategie specifiche per fronteggiarlo. Affidano con ansia la gestione della pratica all’assicurazione perché non sono in grado di monitorarne l’andamento.

Al contrario, i sereni, sia uomini che donne adulti, affrontano un’incidente stradale con relativa tranquillità sulla base di una buona conoscenza di pacchetti assicurativi, norme comportamentali e pratiche burocratiche da sbrigare. Sottoscrivono polizze, non necessariamente ricche di opzioni, ma frutto di un’attenta riflessione sulla base di effettive necessità. Denunciano il sinistro all’assicurazione e attendono gli sviluppi della pratica di cui conoscono l’iter perché, a differenza degli agguerriti, non sono sospettosi.

Vincenzo Borgomeo, "Il libro nero della RcAuto"