I trasporti nell’area mediterranea

L’ingresso in campo di nuovi Stati come Cina e India nel settore di esportazione delle merci ha riportato il Mediterraneo, il canale di Suez e il mar Rosso al centro dei traffici mondiali.

Mare di trasporto


Soprattutto per quanto riguarda il Mediterraneo, l’UE preme verso la risoluzione di diversi problemi che coinvolgono il traffico marittimo:
  • la riqualificazione dei porti;
  • l’intermodalità;
  • la cantieristica;
  • la navigazione interna;
  • i costi del trasporto;
  • la ricostruzione di flotte la riqualificazione del personale marittimo;
  • la definizione delle acque territoriali, il cabotaggio e l’inquinamento.
Le potenzialità e l’importanza del Mediterraneo sono spiegabili sia dalla sua posizione sia dal fatto che la maggior parte degli scambi complessivi tra l’UE e il resto del mondo avviene via mare. Nonostante i volumi di merce trasportati nei porti del Nord Europa, si assiste ad un maggiore tasso di crescita dei porti mediterranei, dovuto:
  • alla tendenza ad accorciare i percorsi tra l’Estremo Oriente e il Nord America passando per il Mediterraneo;
  • alla nuova competitività dei porti del Sud Europa grazie alla maggiore efficienza del sistema di trasporti intermodale.
In generale, il trasporto delle merci via mare ha un grandissimo successo. I fattori che lo decretano sono molteplici:
  • la diffusione del transhipment, cioè il trasferimento di merci da un vettore ad un altro per la continuazione del viaggio, che ha consentito di servire anche mercati e destinazioni con domanda debole, che sarebbero stati esclusi dal mercato;
  • la riduzione dei costi di handling portuale, grazie alle innovazioni tecnologiche e maggiore professionalità della forza lavoro;
  • la privatizzazione delle banchine, la quale ha consentito l’ingresso di operatori specializzati;
  • lo sviluppo della logistica portuale.
il trasporto marittimo è di fondamentale importanza per un Paese come l’Italia, che ha oltre 1000 km di costa nel Mediterraneo. La maggior parte dei beni viene importata ed esportata via mare. L’estensione dell’UE a est e la volontà di incentivare il sistema di trasporti intermodale spinge ad una rapida riorganizzazione dei porti nazionali, soprattutto per quanto riguarda l’interconnessione con le altre modalità di trasporto.

La debolezza del sistema portuale italiano, nonostante stia recuperando la propria importanza, soprattutto nel contesto internazionale è riconducibile:
  • alla frammentazione del sistema portuale. Esistono numerosi porti ma la stragrande maggioranza non possiede le dimensioni, le infrastrutture e potenzialità commerciali rilevanti;
  • all’assenza di un porto principale che possa competere a livello globale;
  • all’assenza di una politica di investimenti finalizzata allo sviluppo delle infrastrutture e dell’intermodalità;
  • ad ostacoli di tipo amministrativo e giuridico dei terminalisti privati;
  • all’eccessivo costo del trasporto intermodale offerto e la minore produttività dei porti nazionali nelle operazioni di carico e scarico.
I fattori di successo dei porti del Nord Europa sono stati:
  • la maggior concentrazione produttiva e commerciale del retroterra;
  • la presenza di una rete capillare di infrastrutture che penetrano nel continente;
  • l’esperienza organizzativa nel traffico intermodale.
Gli indirizzi presi dall’UE si possono esplicare in due eventi:
  • la conferenza di Barcellona del 1995, in cui il traffico marittimo viene considerato fondamentale per la promozione e lo sviluppo del partneriato euro mediterraneo;
  • il consiglio europeo di Copenaghen del 2002, che concentra l’attenzione sul bisogno di aumentare la cooperazione transfrontaliera e regionale con i Paesi limitrofi. Nasce il concetto di prossimità nelle relazioni tra UE e i vicini orientali e meridionali.
Le linee di intervento decise sono finalizzate a collegare gli assi della rete trans europea ai Paesi vicini, sviluppare una rete euro mediterranea dei trasporti e migliorare l’accessibilità alle regioni periferiche e alle isole.

In base a queste linee d’azione, il trasporto via mare assume un ruolo principale, anche nel sostegno all’attuazione dei programmi relativi all’intermodalità e alla sostenibilità ambientale. I progetti quindi prevedono:
  • lo sviluppo e il miglioramento delle infrastrutture;
  • lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni;
  • il rispetto delle norme del diritto marittimo internazionale;
  • il collegamento dei partner mediterranei con la rete trans europea.
L’Italia può conseguire enormi vantaggi grazie a questi progetti e alla sua posizione di cerniera tra il Nord Europa e l’area mediterranea.

L’importanza trasporto marittimo per l’Ue è ben spiegato dai numeri:
  • vengono effettuate via mare il 90% degli scambi con l’estero e il 45% degli scambi interni;
  • vengono movimentate nei porti comunitari oltre 1miliardo di tonnellate di merci;
  • le compagnie marittime dell’UE controllano un terzo della flotta mondiale;
  • gli addetti operanti nel settore sono circa 2,5 milioni.
La modalità marittima è quindi essenziale nella mobilità, soprattutto delle merci. Per renderla più efficiente, è necessario identificare le tratte marittime, dette autostrade del mare, capaci di collegare gli Stati che si affacciano sul Mediterraneo, e collegarle con i corridoi terrestri. Solo cosi si può innescare una spirale economica positiva che agevoli lo sviluppo della rete euro mediterranea di trasporto. Questa situazione si verifica affrontando una serie di vincoli/condizioni essenziali per rendere i traffici di interesse per gli operatori economici:
  • sicurezza, soprattutto in seguito agli attentati dell’11 settembre. I mezzi di trasporto sono facilmente esposti a minacce terroristiche. L’UE ha emanato un regolamento relativo al miglioramento della sicurezza delle navi e degli impianti portuali;
  • ICT e la diffusione delle tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni nel campo della logistica e dei trasporti;
  • un contesto normativo di riferimento chiaro e uniforme;
  • adeguamenti tecnologici nei terminal per garantire operazioni di carico/scarico nei tempi e costi opportuni;
  • organizzazione logistica e del lavoro che consenta di operare nei tempi e nei costi previsti.