I metodi reddituali si basano sull’idea che il valore dell’impresa è determinato dalla redditività attesa, cioè dalla sua capacità di generare dei flussi reddituali positivi nel futuro. I flussi reddituali che si vanno a considerare nella valutazione sono quelli che costituiscono il reddito normalizzato, cioè quello conseguibile in una condizione normale di mercato e di gestione, depurando quindi ogni effetto distorsivo dovuto a eventi eccezionali o esterni alla gestione. Pertanto il processo di normalizzazione ricava dai flussi contabili i flussi economici reddituali, attraverso:
- l’eliminazione di oneri e proventi straordinari;
- l’eliminazione di costi e ricavi extracaratteristici;
- la neutralizzazione delle politiche di bilancio;
- la neutralizzazione degli effetti inflattivi;
- l’integrazione dei risultati storici contabili attraverso la rilevazione di plus/minusvalenze inespresse derivanti da politiche di creazione e distruzione di valore che sfuggono alla registrazione contabile.
Di conseguenza, si avrà che:
W = R ∙ an;i
ossia che il valore dell’impresa è pari al reddito normalizzato medio (R) moltiplicato per un fattore di attualizzazione (a) che tiene conto sia del tasso di attualizzazione (i) sia del periodo considerato (n).
Se l’orizzonte di valutazione è illimitato (n → ∞), il valore dell’impresa è pari a
W = R / i
Spesso l’orizzonte di valutazione è limitato e considera quindi i soli redditi normalizzati medi del periodo considerato, aggiungendo un terminal value per considerare anche i redditi che si produrranno oltre l’orizzonte considerato.
In alternativa al reddito normalizzato medio, è possibile utilizzare i redditi analitici attesi anno per anno. La valutazione risulterà più precisa.
Il tasso di attualizzazione utilizzato per scontare i flussi deve essere determinato correttamente, in modo che tenga conto del rischio dell’impresa valutata.
I metodi finanziari si basano sull’idea che il valore dell’impresa è dato dal valore attuale della sommatoria dei flussi di cassa che sarà in grado di generare in futuro (discounted cash flow – DCF). Di conseguenza, si avrà che
W = Σnn=0CFt(1 + i)-t + TV
ossia che il valore dell’impresa è dato dalla sommatoria dei flussi di cassa attualizzati ad un tasso i maggiorato di un terminal value che tiene conto dei flussi di cassa che verranno prodotti oltre l’arco di tempo considerato.
Il problema principale delle metodologie basate su flussi è la soggettività della valutazione. Infatti tutti i parametri (flussi reddituali, flussi di cassa, terminal value, tasso di attualizzazione, orizzonte di stima ecc…) sono tutti stimati e quindi presentano un alto grado di soggettività. Tuttavia permettono di esprimere bene la dinamicità dell’impresa, cosa che il metodo patrimoniale non fa.