La gestione finanziaria

La gestione finanziaria è la seconda componente della gestione della compagnia assicurativa ed è strettamente interconnessa con la gestione tecnica. Infatti la gestione finanziaria incide sul premio di tariffa, sul saldo tecnico e sul livello di rendimento che la compagnia è in grado di retrocedere ai propri assicurati (ad es. nel caso delle polizze rivalutabili).

La gestione finanziaria


La gestione finanziaria consiste nell’investire le risorse che la compagnia assicurativa ha a propria disposizione. Queste risorse sono:
  • il capitale proprio (free capital);
  • le riserve tecniche, costituite dalla quota dei premi raccolti necessaria per fronteggiare il pagamento dei futuri sinistri.

Le riserve tecniche, che raccolgono le risorse per far fronte agli impegni degli assicurati, possono essere investiti rispettando una serie di limiti; infatti, in accordo al principio di prudenza, la normativa pone dei vincoli sulla scelta delle attività a copertura delle riserve tecniche in termini di:
  • sicurezza, stabilendo livelli massimi di investimenti in asset class a elevato grado di rischio;
  • redditività, prevedendo un monitoraggio periodico del rendimento prevedibile dagli attivi al fine di assicurare almeno il rendimento garantito agli assicurati;
  • liquidità, prevedendo dei livelli massimi per categorie di attività caratterizzate da bassa liquidità;
  • diversificazione, fissando dei limiti di concentramento per ciascuna categoria di asset.

L’Isvap effettua un continuo monitoraggio del rispetto dei limiti sopra indicati e obbliga le compagnie a tenere un apposito registro delle attività a copertura delle riserve tecniche.

La gestione degli attivi e i vincoli imposti seguono quindi il principio di prudenza, soprattutto in questi ultimi anni, in cui la riduzione dei tassi di interesse ha reso più problematico il conseguimento di una redditività adeguata dall’investimento delle riserve tecniche senza assumere un certo rischio.

Il forte legame tra gli attivi e i passivi all’interno di una compagnia incentra l’attenzione sull’importanza dell’asset liability management. La compagnia infatti deve ottimizzare la correlazione tra le sue passività e le attività a copertura di esse dal punto di vista:
  • delle scadenze e della duration;
  • della periodicità dei flussi finanziari in entrata e in uscita;
  • della natura dei tassi di rendimento e delle condizioni contrattuali garantite agli assicurati.

Un efficace ALM permette di far coincidere i flussi in entrata con quelli in uscita, attraverso la coincidenza delle scadenze delle poste attive e di quelle passive. L’obiettivo è quindi quello di avere la sufficiente liquidità nel momento in cui occorre far fronte agli impegni presi. Tuttavia vi è anche un altro obiettivo, da conciliare con il primo, ossia quello di effettuare degli investimenti con durata congrua che permettano alla compagnia di conseguire buoni rendimenti.

Differentemente dalle banche, le passività delle compagnie assicurative sono passività subordinate al verificarsi di un certo evento aleatorio, che viene determinato in base a delle probabilità. L’ALM delle imprese assicurative deve essere in grado di conciliare gli attivi con i passivi e quindi di far dialogare coloro che lavorano dalla parte dell’attivo, cioè i gestori finanziari, e coloro che lavorano dalla parte del passivo, cioè gli attuari.

Il matching tra le attività e le passività viene valutato utilizzando la duration, la quale misura la durata media di uno strumento finanziario tenendo conto della distribuzione temporale dei flussi di cassa che esso genera. Inoltre la duration può essere utilizzato per quantificare il tempo medio di rientro del capitale investito e la sensibilità del prezzo dello strumento al variare dei tassi di interesse. Calcolando il duration gap tra la duration delle attività e la duration delle passività, è possibile determinare la sensibilità dell’impresa al rischio di tasso.