Idea BMW, assicurazione per la maxi moto

Per il suo ingresso nel mondo delle maxi moto stradali ad altissime prestazioni la BMW ha messo a punto qualcosa di davvero speciale, la RR Card che comprende un prodotto assicurativo innovativo ed unico sul mercato concepito per l’habitat naturale della S 1000 RR: la pista. La RR Card infatti è un prodotto dedicato proprio ai clienti che acquistano una S 1000 RR ed offre con un premio di 500 euro una copertura assicurativa della durata di 365 giorni per l’uso amatoriale della moto in pista.

BMW moto

L’assicurazione copre i danni accidentali durante l’attività in pista (con l’esclusione delle competizioni), anche in seguito a collisioni con altri motocicli o danni fisici al conducente. Una specie di manna per chi si cimenta nelle gite domenicali che si concludono in giri liberi sui tracciati italiani.

In caso di danni alla moto è previsto un massimale annuo di 15.000 Euro. In caso di danno parziale il rimborso verrà riconosciuto applicando uno scoperto del 20 per cento con un minimo di 500 Euro per ogni sinistro, a patto che la riparazione venga effettuata in un Service BMW Motorrad. Ed anche in caso di danno totale il cliente verrà risarcito fino ad un massimo di 15.000 Euro. Se l’assicurato ha già subito sinistri e ricevuto relativo indennizzo, verrà riconosciuta la differenza residua rispetto al massimale annuo assicurato. In caso di danno totale poi non verrà applicata alcuna franchigia, mentre in caso d’infortunio al conducente il massimale è di 30 mila euro con franchigia fissa del 10 per cento per invalidità permanente e senza alcuna franchigia o scoperto in caso di decesso.

Sembra una banalità ma cose del genere non le fa nessuno (a proposito comprando una S 1000 RR con finanziamento BMW Financial Service la RR Card è compresa nella proposta finanziaria) ed è un iniziativa importante perché, di fatto, spinge i clienti a non usare un simile mostro da 200 cavalli su strade aperte al traffico ma a lanciarlo in tutta sicurezza nel suo habitat naturale: la pista.

Vincenzo Borgomeo, "Il libro nero della RcAuto"