Il caso di Catania

«Non è facile conoscere la reale entità del danno ma è certo che anche a Catania gli aumenti di truffe inventate dai conducenti d’auto per ottenere soldi facili sia in aumento». A lanciare l’allarme è stata la Camera di Commercio di Catania che lo scorso autunno ha segnalato l’aumento delle frodi del settore assicurativo come già osservato anche dall’Osservatorio antifrodi attivo in Prefettura, di cui anche l’ente camerale fa parte. La dinamica è purtroppo nota: piccoli colpi di frusta inesistenti, tamponamenti forzati, sono solo alcuni esempi delle truffe inventate da molti italiani per ottenere soldi “facili”.

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È per questo che è stato attivato un primo incontro con le associazioni di categoria e dei consumatori al fine di creare un nuovo servizio di consulenza dei contratti assicurativi per monitorare quantità e la qualità dei sinistri, ma soprattutto per promuovere una nuova campagna di sensibilizzazione al problema.

«L’aumento delle frodi – spiegano il presidente Agen e il segretario generale Alfio Pagliaro – porta a due conseguenze immediate. Nel nostro Paese, infatti, i costi di gestione e i costi al cliente sono i più alti di tutta Europa. In primo luogo aumentano i premi assicurativi in modo esponenziale, con gravissimo danno per gli onesti contribuenti. Di conseguenza molti, già provati dalla crisi, preferiscono non assicurarsi più, ricorrendo alla famosa arte dell’arrangiarsi. Una scelta questa pericolosa sul piano personale ma anche per la categoria che registra un calo degli associati. È questo l’aspetto che alla Camera interessa maggiormente: non possiamo guardare con indifferenza ad un dato così allarmante». In città sono 14 le imprese iscritte alla Camera di Commercio che si occupano di assicurazioni a largo raggio, di cui solo 7 attualmente sono attive; nel 2010 non c’è stata alcuna nuova iscrizione mentre ci sono state ben 4 cessazioni.

«La Camera potrebbe anche avviare, d’accordo con gli addetti ai lavori, un’opera di moral suasion, ossia di “tattica di persuasione” per influenzare e fare pressione sui cittadini al fine di ottenere un effettivo comportamento socialmente responsabile», concludono Agen e Pagliaro.

Vincenzo Borgomeo, "Il libro nero della RcAuto"