La rete logistica è un sistema costituito da nodi (gli impianti produttivi e distributivi) e da flussi da un nodo all’altro. I nodi logistici sono piattaforme logistiche, specializzati nel trasbordo e trattamento delle merci. In base alla loro tipologia e caratteristiche, i nodi si distinguono in:
- autoporti, con infrastrutture adatte solamente al trasporto su gomma;
- piattaforme logistiche, che rappresentano, rispetto al tradizionale magazzino (inteso come stock), un’alternativa al flusso;
- distripark, che sono macropiattaforme logistiche in grado di operare come centri di stoccaggio. Tali piattaforme sono localizzazione solitamente a ridosso dei porti e dotate di strutture adatta a manipolare e ridistribuire le diverse merci. Rappresentano un punto di interscambio tra le diverse modalità di trasporto e di congiunzione tra industria e servizi;
- gateways, che sono infrastrutture ferroviarie poste sulle direttrici ferroviarie principali e in corrispondenza delle stazioni;
- centri intermodali, costituiti da infrastrutture adatte solo allo scambio intermodale tra vettori di carico e quindi sprovvisti di magazzini. Sono situati solitamente presso un terminal ferroviario;
- centri merci, che sono centri intermodali dotati di magazzini;
- city logistic center, che sono piattaforme logistiche urbane integrate, in cui sono concentrati i flussi di merci al fine di ottimizzare i percorsi e le consegne di merci all’interno delle città;
- interporti, che sono strutture complesse che hanno la funzione di favorire le forme di cooperazione e integrazione tra i diversi operatori presenti in un unico complesso logistico,. Questi centri sono dotato di magazzini, servizi per le merci e le perone, di una sede doganale, sono colelgate con le reti ferroviarie, autostradali, porti e aeroporti.
- piattaforme private di produttori di beni di largo. Tali piattaforme appartengono a produttori di beni di largo consumo e sono a loro uso esclusivo;
- piattaforme private di imprese per la grande distribuzione, simili alle precedenti ma dotate anche della funzione di stoccaggio;
- piattaforme di trasportatori pubblici, nate con l’intervento dei gestori di reti di trasporto pubblico, stradali e ferroviarie, che hanno dovuto adattarsi per mantenere e ampliare la propria clientela;
- piattaforme regionali di servizio pubblico e di proprietà pubblica, sorte per intervento di enti pubblici locali e utilizzate da privati, dietro il pagamento di un canone.
Il modello hub and spoke quindi risponde alle logiche di creazione di reti e massificazione dei flussi. Esso:
- riduce i collegamenti necessari all’interscambio;
- riduce le rotture di carico;
- riduce i costi di produzione;
- aumenta la qualità del servizio.
- di servizi di trasbordo a prezzi e qualità competitivi;
- di una rete infrastrutturale che consente un rapido smistamento delle merci verso gli spoke con tutte o quasi le modalità di trasporto disponibili.