La raccolta premi nel ramo vita

A partire dagli anni ’90 il ramo delle assicurazioni vita ha visto aumentare il numero delle sottoscrizioni e quindi il volume dei premi raccolti, grazie al fatto che i nuovi prodotti assicurativi erano delle valide alternative agli strumenti finanziari tradizionali.

Assicurazione sulla vita


Il premio di tariffa di un prodotto assicurativo del ramo vita è costituito dal premio puro e dai caricamenti.

Il premio puro viene determinato sulla base di due fattori, il cui peso cambia a seconda del prodotto:
  • fattore demografico, la cui influenza viene stabilita in funzione delle ipotesi demografiche e attuariali. Queste ipotesi riguardano la probabilità che l’evento assicurato (la vita o la morte dell’assicurato) si manifesti durante il periodo contrattuale: queste probabilità prendono in considerazione diverse variabili, quali il sesso dell’individuo, l’età, le abitudini, lo stile di vita ecc… Per coprire il rischio demografico la compagnia utilizza delle tavole di mortalità, distinte per sesso (SIM per gli uomini e SIF per le donne) che associano a ciascuna età una probabilità di decesso e di sopravvivenza;
  • fattore finanziario, che riguarda la componente finanziaria del prodotto. La compagnia di assicurazione effettua delle stime sui rendimenti (che corrisponderanno al tasso tecnico di tariffa) che potrebbe ottenere dai premi accantonati (infatti il ciclo invertito permette inizialmente di avere a disposizione delle risorse da investire) e riconosce all’assicurato il rendimento atteso sull’investimento dei premi, al netto delle spese, scontando il premio di rischio al tasso tecnico.

Il premio puro viene maggiorato dei caricamenti, che rappresentano la quota di premio destinata a coprire i costi di gestione della compagnia: i caricamenti vengono espressi come percentuali sul premio puro e sono in funzione dei costi che la compagnia sostiene per acquisire e incassare i premi.

Nel ramo danni, la prestazione della compagnia corrisponde al risarcimento dei danni cagionati dal sinistro assicurato. Nelle assicurazioni vita le prestazioni hanno una duplice componente:
  • una componente di rischio, legata allo stato di natura dell’assicurato e quindi connesso al verificarsi dell’evento coperto (sopravvivenza o morte dell’assicurato);
  • una componente finanziaria, legata alle logiche di capitalizzazione delle somme versate a titolo di premio. Le assicurazioni vita possono essere viste anche come forma di investimento.
La duplice composizione della prestazione si riflette anche sul premio che, escludendo i caricamenti, è composto:
  • dal premio di rischio, che è la quota di premio che l’assicurato dovrebbe pagare per la copertura dall’evento rischioso (ad es. dal rischio di premorienza);
  • dal premio di risparmio, che invece rappresenta la quota di premio che viene capitalizzata ai fini della costituzione della riserva matematica.

La riserva matematica, così come la riserva sinistri, deve raccogliere le risorse che l’impresa di assicurazione accantona al fine di far fronte agli impegni futuri nei confronti degli assicurati.

Per i prodotti assicurativi che incorporano delle garanzie finanziarie, come ad esempio le polizze rivalutabili collegate alle gestioni separate tramite cui la compagnia di assicurazione retrocede all’assicurato un rendimento minimo predeterminato, le imprese di assicurazione non possono garantire un tasso di retrocessione dei rendimenti maggiore di quello stabilito dall’Isvap. Inoltre le compagnie devono confrontare periodicamente i rendimenti effettivi con quelli stimati per gli investimenti rappresentativi delle riserve tecniche. Se dal confronto il tasso di rendimento (ridotto di un margine prudenziale del 20%) delle riserve tecniche risulta inferiore al livello minimo di garanzia, la compagnia deve approntare una riserva aggiuntiva. Nelle assicurazioni vita è quindi fondamentale un’efficiente asset and liability management, in quanto vi deve essere un equilibrio dinamico tra i premi raccolti e le prestazioni ad essi correlati.

Le riserve matematiche coprono le polizze tradizionali e le polizze rivalutabili e sono definite come riserve di classe C in quanto iscritte alla voce C dello stato patrimoniale. Accanto a queste le compagnie di assicurazione costituiscono altre riserve, di classe D, a copertura delle polizze di tipo linked (ad es. unit linked e index linked) e dei fondi pensione. Le riserve di classe D devono essere contabilizzate a valore di mercato, in quanto la prestazione da effettuare nei confronti di questi assicurati non è predeterminata ma variabile e in funzione di certi parametri.