La scelta del metodo di valutazione

Assicurazione


La scelta del metodo di valutazione dipende essenzialmente da due fattori:
  • la finalità della valutazione, ossia se la valutazione viene fatta per fini particolari, come ad esempio in occasione di una fusione, di una cessione a terzi, di una liquidazione, di un’integrazione in un gruppo, di uno spin off ecc… In condizioni normali di mercato il valore del capitale economico di un’impresa può essere indicato come valore generale, in quanto è ritenuto congruo senza considerare la natura delle parti interessate nella transazione, la loro forza contrattuale o i loro interessi, come succede nel caso vi sia una finalità;
  • le caratteristiche specifiche dell’impresa valutata, in particolar modo il settore di appartenenza. Uno studio ha dimostrato che la metodologia di valutazione dipende in gran parte dallo specifico settore in cui l’impresa opera:
    • le imprese industriali sono preferibilmente valutate con il DCF;
    • le holding sono preferibilmente valutate con il metodo patrimoniale tradizionale, chiamato anche net asset value (NAV);
    • le banche vengono analizzate con molteplici criteri, a causa anche della diversità tra una banca e l’altra (es. banca universale e banca specializzata);
    • le assicurazioni vengono valutate tramite la metodologia dell’embedded value (EV).

Nonostante queste divergenze, si può osservare la tendenza ad utilizzare metodologie basate sulla creazione di valore nel lungo periodo. Lo studio ha evidenziato come, in pochi anni, si è passati da un massiccio uso di metodologie patrimoniali e patrimoniali – reddituali a metodologie quali il DCF, l’EVA e l’embedded value.

Inoltre, gli indicatori che prima assumevano una rilevanza primaria, come gli indicatori di dimensione del patrimonio o dei volumi di premi emessi, ora divengono dei drivers di performance di creazione di valore.